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Rappresentazione visiva dell'articolo: Diversificare... Perché non puoi e non devi farne a meno

Se hai trascorso anche solo cinque minuti nel mondo degli investimenti, sicuramente ti avranno già torturato con la parola "diversificazione".

Sai bene, quella fastidiosa metafora delle uova nel paniere: mai tutte nello stesso posto, per evitare un disastroso brunch domenicale. Una banalità così lampante da essere quasi offensiva, vero?

Eppure, incredibile a dirsi, questa regola di buon senso viene costantemente ignorata. Il motivo? Siamo umani. E, come esseri umani, siamo stati programmati per commettere errori gloriosi e spettacolari, specialmente quando si tratta di denaro.


Entra in scena la finanza comportamentale, quella simpatica disciplina che studia come il nostro cervello cerchi disperatamente di auto-sabotarsi. Potrei riempirti di statistiche noiose, ma preferisco concentrarmi su tre errori tanto comuni quanto devastanti.

Primo errore: l’eccessiva autostima (o overconfidence, se ami fare bella figura nelle conversazioni da cocktail). Basta un colpo di fortuna per sentirsi subito Gordon Gekko, convincendosi che diversificare sia roba da principianti. Perché perdere tempo con un portafoglio bilanciato quando puoi puntare tutto sul cavallo che sembra imbattibile (finché non cade rovinosamente)?

Secondo errore: la pericolosa familiarità. Ci sentiamo al sicuro investendo nelle aziende che vediamo ogni giorno, quelle che producono il nostro telefono, la nostra auto o il caffè mattutino. Pensiamo ingenuamente: "Se esiste da sempre, continuerà certamente ad esistere." Purtroppo, la storia è piena di colossi che sembravano invincibili, finché non hanno dichiarato bancarotta, lasciando investitori disperati a chiedersi: "Ma come è stato possibile?"

Terzo errore: la "genialità" del senno di poi. A posteriori, tutto è così chiaro. Ovviamente avresti dovuto comprare Amazon vent'anni fa, o vendere prima del crollo del 2008. Peccato che investire guardando al passato sia come cercare di guidare guardando sempre nello specchietto retrovisore: una scelta decisamente discutibile.

E se proprio vuoi un esempio concreto (attenzione, potrebbe far male): pensa a Parmalat, Cirio o alle crisi bancarie nostrane. Tutte situazioni diverse ma con una costante: chi ha puntato tutto su un solo investimento ha finito col perdere tutto.

Se non bastassero queste riflessioni, permettimi un ultimo assalto con l'artiglieria pesante della scienza economica. Un brillante economista, Hendrik Bessembinder, ha recentemente dimostrato che quasi tutte le azioni quotate in borsa non solo non superano, ma fanno addirittura peggio dei noiosi titoli di stato a breve termine.

E la sorpresa più amara? Solo una minuscola percentuale, meno del 2% delle aziende quotate, è responsabile di tutta la ricchezza generata dai mercati azionari.

Ti tocca quindi avere in portafoglio i titoli perdenti, se vuoi essere certo di avere quelli vincenti.

Quindi sì, diversificare può sembrare noioso e prudente, ma è anche l'unica scelta davvero intelligente.

Per farlo, però, serve competenza, esperienza e, soprattutto, una certa dose di umiltà.

Perciò lascia stare la sfera di cristallo e affidati a qualcuno che sa davvero quello che sta facendo. Sarò lieto di discutere con te il modo migliore per far fruttare i tuoi risparmi, senza bisogno di incrociare le dita.

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