Nel 2025 i fondi pensione sono ufficialmente diventati maggiorenni. Hanno compiuto 18 anni dalla riforma che li ha resi centrali nel panorama previdenziale italiano, accolta all’epoca con squilli di tromba e fanfare istituzionali. Sembrava l’inizio di una rivoluzione: finalmente un modo intelligente e ordinato per prepararsi a una pensione che si sapeva già allora essere un miraggio sempre più sbiadito.
E invece, nessuna rivoluzione.
Nessuna corsa all’oro, nessuna fila agli sportelli.
E, a oggi, la situazione non è molto cambiata.
Certo, il tema della pensione fa paura. I sondaggi ci dicono che la maggior parte degli italiani ha capito che l’assegno pensionistico futuro sarà ben più magro rispetto a quello percepito dai genitori. Secondo una ricerca del 2024, 9 persone su 10 dichiarano di considerare il proprio reddito da pensione un problema concreto.
Un problema reale, percepito, temuto.
Ma... non affrontato.
Perché, nonostante questa consapevolezza diffusa, a fine 2024 gli iscritti a forme di previdenza complementare sono ancora meno di 10 milioni. E se poi consideriamo quanti tra questi non versano nulla da anni, ci accorgiamo che la platea attiva – quella che davvero costruisce qualcosa – si riduce ancora di più.
In altre parole: tutti vedono la tempesta in arrivo, ma pochi cercano un riparo.
Il vero ostacolo? La non-conoscenza
Secondo la stessa ricerca, il vero freno all’adesione è piuttosto semplice: gli italiani non sanno bene cosa siano i fondi pensione. Non li conoscono, li confondono con altre cose, non ne comprendono le logiche – né, soprattutto, i vantaggi. E così, quando arriva il momento di scegliere, preferiscono opzioni più “familiari”: un immobile da affittare, qualche BTP rassicurante, o peggio ancora, nulla.
Ma oggi voglio spiegarti due caratteristiche esclusive dei fondi pensione che – se comprese e sfruttate – possono davvero migliorarti la vita. Non lo dico con leggerezza. Lo dico da chi, ogni giorno, aiuta persone concrete a costruire benessere futuro in modo ordinato e... intelligente.
Fiscalità: quando il Fisco, per una volta, fa il simpatico
Sì, sembra incredibile, ma è così. I fondi pensione sono tra i pochi strumenti di investimento dove il Fisco ti fa l’occhiolino.
Vediamo perché, in modo chiaro.
Un fondo pensione attraversa tre fasi:
1. Versamento → 2. Investimento → 3. Prestazione finale
E in ognuna di queste fasi... hai un vantaggio fiscale. Te li spiego.
🔹 Versamento deducibile
Puoi dedurre fino a 5.164 euro all’anno. Tradotto: se guadagni 40.000 euro e versi 5.000 euro, paghi imposte su 35.000. A una media IRPEF del 35%, significa 1.750 euro risparmiati. Ogni anno. Una tredicesima in più, senza fare straordinari.
🔹 Tassazione agevolata dei rendimenti
I guadagni sono tassati al 20%, contro il 26% degli strumenti finanziari tradizionali. E se il fondo investe in titoli di Stato? Allora si scende al 12,5%, come accade per i BTP.
🔹 Tassazione finale ridotta
Quando andrai in pensione, quanto prelevi sarà tassato al 15%. Ma se resti nel fondo per almeno 15 anni, l’aliquota scende gradualmente con il passare degli anni fino al 9%. Confrontalo con il TFR in azienda, spesso tassato oltre il 30%. Hai capito bene: oltre il 30% contro il 9%.
📌 In sintesi: risparmi oggi, investi meglio durante, paghi meno domani.
Il vincolo: il difetto che è in realtà un punto di forza
So già cosa stai pensando.
“Vincolo” è una parola che non piace. Sa di burocrazia, di gabbie, di imposizioni.
Siamo abituati a voler avere sempre tutto disponibile, liquido, pronto all’uso – anche se poi magari quell’uso è l’ennesimo acquisto superfluo su Amazon o l’upgrade della macchina.
Ma lasciamelo dire: il vincolo è una benedizione.
Ti faccio una domanda sincera: se i soldi del fondo pensione fossero liberamente prelevabili in qualsiasi momento... quanti ne rimarrebbero fino alla pensione?
Sii onesto.
La vita è piena di buoni motivi per spendere: la casa, i figli, le vacanze, i capricci. E allora il fondo pensione ti protegge da te stesso. Ti mette da parte una somma, fuori dalla tentazione. Un salvadanaio con scritto a caratteri cubitali “per quando smetterai di lavorare”. È un modo per darti disciplina, ordine, futuro.
E no, non è un vincolo assoluto: in certi casi il capitale si può toccare. Ma la logica è questa: non tutto dev’essere disponibile oggi, perché una parte di te deve vivere anche domani.
Conclusione: conoscerli, capirli, usarli
I fondi pensione non sono la panacea universale, certo.
Ma sono una delle poche risposte serie che oggi puoi dare a una domanda sempre più urgente: “Come vivrò quando smetterò di lavorare?”.
Fiscalità agevolata.
Vincolo protettivo.
Due caratteristiche che non trovi altrove, e che possono davvero fare la differenza.
Io sono qui per aiutarti a capirle, valutarle, sfruttarle.
Con la calma e la cura che meritano le decisioni importanti.