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Rappresentazione visiva dell'articolo: Il messaggio di prima mattina...

Questa mattina, lunedì, alle 6:45, il telefono ha emesso un beep inconsueto per l'orario... Apro WhatsApp e trovo il messaggio di Stefano, un mio cliente di lunga data. Pensionato, con un portafoglio costruito con cura nel tempo, mi scriveva in un modo che non lasciava spazio a dubbi: era preoccupato.

"La situazione è cambiata, i mercati stanno scendendo. Dobbiamo fare qualcosa?", questo il messaggio.

L’urgenza era palpabile.

Ho preso un respiro profondo e ho deciso che ad un orario più consono lo avrei chiamato (Mi scuso con lui se legge, per aver alimentato la sua ansia per altre due orette...).

Conosco bene Stefano, so quanto tenga alla stabilità dei suoi investimenti. Ma so anche che la paura è una cattiva consigliera, soprattutto quando si tratta di mercati finanziari.


Quando tutto sale, il rischio non esiste?

Il suo messaggio non mi ha sorpreso del tutto.

Prima di Natale, gli avevo proposto un incontro per fare il punto della situazione, rivedere il portafoglio e valutare eventuali aggiustamenti.

"Non credo sia necessario," mi aveva detto allora. "Tanto i mercati continuano a salire."

È un fenomeno che vedo spesso: quando tutto va bene, la percezione del rischio svanisce. Le persone tendono a pensare che la crescita sia infinita, che i mercati possano solo salire. Ma il rischio c’è sempre, anche quando non si vede.

Ed è proprio in quei momenti che bisogna essere più lucidi, più strategici. Perché poi arriva il giorno in cui qualcosa cambia – una notizia, un dato macroeconomico, una crisi geopolitica – e all’improvviso la sicurezza lascia spazio all’incertezza. E a quel punto, la paura prende il sopravvento.


Le domande che contano

Prima di tutto, gli ho ricordato che il suo portafoglio non è frutto del caso. Ogni asset è stato scelto con un obiettivo ben preciso, calibrato sulla sua età, sulla sua situazione finanziaria e sul tempo che ha davanti. Nessuna mossa impulsiva può migliorare una strategia costruita con razionalità.

Poi, gli ho chiesto: "Cosa è cambiato per te da venerdì a oggi, a parte le notizie in TV?"

Silenzio.

Perché la verità è questa: il mercato non segue le emozioni del singolo investitore. Non è la paura di oggi a determinare il valore di domani. Certo, le oscillazioni fanno parte del gioco, ma è proprio per questo che si pianifica, per evitare di dover prendere decisioni dettate dall’ansia.


L'importanza della preparazione

Gli ho ricordato che il piano che abbiamo costruito tiene conto di momenti come questi. Che una strategia solida non si giudica nei giorni di tempesta, ma nella capacità di arrivare a destinazione, indipendentemente dalle onde.

Alla fine della chiamata, il tono di Stefano era cambiato. Non perché il mercato fosse migliorato nel frattempo, ma perché aveva ritrovato il punto di riferimento che gli serviva: la consapevolezza che ogni investimento ha una direzione, e che il panico non è mai una strategia vincente.

Ora è più tranquillo, non perché abbia ricevuto certezze sui mercati, ma perché ha compreso che non è possibile prevederne i movimenti. Perché i mercati stanno scendendo? Potremmo avanzare ipotesi, cercare risposte, analizzare dati. Ma in fondo, quale sarebbe il vero vantaggio?Alla fine, conta solo una cosa: il mercato fa quello che vuole.

E lo fa senza dover dare spiegazioni a nessuno. Così come non ha dato grandi spiegazioni negli ultimi due anni di salite... che ora molte persone inizieranno a scordare.


L'importanza della strategia

Questa consapevolezza porta a una conclusione logica: se il mercato è imprevedibile, allora puntare tutto su un’unica direzione è un azzardo.

Diversificare è la chiave.

Investire è un po’ come affrontare un’escursione in montagna. Sai già che il percorso avrà salite e discese, che il ritmo cambierà lungo il tragitto e che non esistono scorciatoie per arrivare prima. Può capitare di perdere l’orientamento, di dover affrontare imprevisti, di vedere qualcuno superarti e poi fermarsi.

Ma la cosa più importante è restare sul sentiero, mantenere il proprio passo e non farsi distrarre. Perché chi è preparato e segue la rotta con disciplina, alla fine, la vetta la raggiunge sempre.

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