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Rappresentazione visiva dell'articolo: Welfare: un sistema in cui confidiamo... troppo?

Oggi affrontiamo un tema delicato, uno di quelli che spesso preferiamo ignorare per non affrontare una realtà scomoda: il welfare italiano.

Abbiamo sempre confidato nel fatto che il sistema sanitario pubblico ci avrebbe curato, che le pensioni ci avrebbero garantito una vecchiaia serena e che, di fronte a un imprevisto grave, lo Stato sarebbe intervenuto a proteggerci.

Tuttavia, i segnali di crisi sono sempre più evidenti.


Sanità: il prezzo di un sistema in difficoltà

Liste d’attesa infinite, ospedali sovraccarichi e medici sottoposti a pressioni estenuanti sono solo alcuni dei problemi che affliggono il sistema sanitario italiano.

Il nostro Paese investe solo il 6,2% del PIL nella sanità pubblica, una percentuale tra le più basse in Europa. Questo è insufficiente per rispondere alle crescenti esigenze di una popolazione sempre più longeva e con bisogni sanitari complessi.

Chiunque abbia cercato di prenotare una visita urgente o un esame diagnostico conosce bene la frustrazione: appuntamenti fissati a mesi di distanza e interventi chirurgici posticipati per anni.

Di fronte a queste difficoltà, molti si rivolgono al settore privato, spesso affrontando costi proibitivi.

Anche il welfare aziendale, disponibile per alcuni lavoratori dipendenti, offre spesso coperture parziali.

E i lavoratori autonomi? Per loro, le soluzioni sono ancora più limitate.


Longevità e sostenibilità economica

La crescente aspettativa di vita apre scenari complessi.

Vivere fino a 90 o 100 anni è sempre più comune, ma più si vive, più risorse servono per mantenere una buona qualità di vita.

Questo porta a due possibili scenari: Una vecchiaia in buona salute o una vecchiaia con qualche acciacco in più che richiede cure e assistenza costanti.

La necessità di cure e assistenza costanti costa parecchio, con costi mensili che possono superare i 2.000 euro per una badante o i 3.000 euro per una RSA.

Con una pensione media di 1.300 euro, è evidente che il sistema attuale non è in grado di far fronte a queste spese. Il welfare pubblico, pur prezioso, non può più essere l’unico pilastro su cui fare affidamento.


La soluzione: pianificare il futuro

Pianificare non significa compilare tabelle infinite o affrontare calcoli complessi.

Pianificare significa identificare i rischi, stimare il danno potenziale e colmare il “gap di protezione”, ovvero la differenza tra ciò che serve per affrontare una situazione critica e ciò che il welfare pubblico garantisce.

Ogni situazione è unica.

Ad esempio:

  • Un lavoratore dipendente senza adeguate tutele sanitarie potrebbe beneficiare di un’assicurazione sanitaria integrativa per garantire accesso rapido a cure e visite specialistiche.
  • Un autonomo potrebbe aver bisogno di un piano pensionistico complementare per accumulare risparmi durante la vita lavorativa.
  • Chi ha vissuto situazioni di non autosufficienza in famiglia potrebbe considerare strumenti assicurativi specifici per coprire i costi assistenziali.


Il ruolo del consulente finanziario

Un consulente finanziario può aiutarti a individuare gli strumenti più adatti alle tue esigenze, che si tratti di proteggere il reddito, pianificare la pensione o affrontare i rischi legati alla salute.

Prima inizi a pianificare, minori saranno i costi e maggiore la sicurezza per il tuo futuro.

Pianificare significa affrontare il futuro con serenità, costruire una protezione su misura e gestire i rischi con maggiore sicurezza.

Il futuro arriverà comunque, ma con un consulente al tuo fianco sarà più semplice affrontarlo.


Sei pronto a costruire la tua sicurezza?

Contattami.

Insieme possiamo pianificare il tuo futuro nel modo migliore, per affrontare ogni imprevisto con serenità.

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